Su iniziativa degli Adulti di Azione Cattolica sono state poste delle croci di colore viola in alcuni punti del nostro paese per ricordarci il tempo di Quaresima che stiamo vivendo. Sarà l’occasione, guardando la croce, di ricordarci di Gesù che ha saputo trasformare quello strumento di morte in un luogo di vita, cosicché potremo affidare a lui crucci e preoccupazioni sapendo che nelle sue mani siamo al sicuro nella vita.
Il vero timore del Signore (da Ilario di Poitiers) «Beato l'uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie» (Sal 127, 1). Ogni volta che nella Scrittura si parla del timore del Signore, bisogna tener presente che non si trova mai da solo, come se per noi bastasse alla completezza della fede, ma gli vengono aggiunti o anteposti molti altri valori. Vediamo da ciò per quanti gradi si arriva al timore di Dio.

Anzitutto, chiesto il dono della sapienza si deve affidare tutto il compito dell'approfondimento al dono dell'intelletto, con il quale ricercare e investigare la sapienza. Certamente il modo comune di ragionare degli uomini non procede così circa il timore. Infatti il timore è considerato coma la paura che ha l'umana debolezza quando teme di soffrire ciò che non vorrebbe gli accadesse. Tale genere di timore si desta in noi con il rimorso della colpa, di fronte al diritto del più potente, o all'attacco del più forte, a causa di una malattia, per l'incontro con una bestia feroce o, infine, per la sofferenza di qualsiasi male. Non è questo il timore che qui si insegna, perché esso deriva dalla debolezza naturale. In questa linea di timore, infatti, ciò che si deve temere non è per nulla oggetto e materia di apprendimento, poiché le cose temibili si incaricano da se stesse a incutere terrore. Del timore del Signore invece così sta scritto: «Venite, figli, ascoltatemi; v'insegnerò il timore del Signore» (Sal 33, 12).

Dunque si impara il timore del Signore, perché viene insegnato. Questo genere di timore non sta nello spavento naturale e spontaneo, ma in una realtà che viene comunicata come una dottrina. Non promana dalla trepidazione della natura, ma lo si comincia ad apprendere con l'osservanza dei comandamenti, con le opere di una vita innocente, e con la conoscenza della verità. Per conto nostro il timore di Dio è tutto nell'amore, e l'amore perfetto perfeziona questo timore. Il compito proprio del nostro amore verso Dio è di ascoltarne gli ammonimenti, obbedire ai suoi comandamenti, fidarsi delle sue promesse.